Donne e uomini con anima, psiche e corpo

L’affettività nel disegno di Dio

In questo articolo Massimo Bettetini, parte dal tema degli affetti, intesi come il luogo dove l’amore di Dio si traduce nella vita.

Tutti noi viviamo per «qualcuno». L’uomo e la donna esistono perché Dio li ama e il suo progetto per loro è un progetto d’amore. Crescendo, il figlio si allontana dai genitori, e poi sente il bisogno di tornare. Nasce l’identità, da quella sessuale a quella della persona: io appartengo a me, anche se ho bisogno di te. L’identità è data dall’alterità.

Per questo c’è bisogno della singolarità di ciascuno, nella diversità e nella reciprocità. È la materialità che dona la differenziazione e in essa gioca un ruolo importante la sessualità, che è chiamata ad armonizzare in sé la genitalità a favore dell’affettività.

Nei giovani si nota una mancanza di identità che nasce dalla mancanza di appartenere a un disegno che superi i confini dell’Io: la vita assume un senso gratificante proprio perché è il compito di partecipare liberamente al disegno d’amore di Dio, che soddisfa pienamente ogni aspettativa.

Richiede la capacità di amare e di essere amati nell’anima, nella psiche e nel corpo. Bettetini sottolinea come tale concezione antropologica trinaria sia necessaria perché lo psichico è capace di raccogliere e integrare i messaggi che giungono sia dall’anima sia dal corpo per farli dialogare tra loro.

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Fonte da citare: Studi Cattolici, Nº 717, novembre 2020, 740-745

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