LGBT nella scienza moderna

Il Mayer Report on Sexuality and Gender

Costituisce il più ampio Review medico scientifico sull’argomento. Non include considerazioni morali né filosofiche. Si presentano i dati scientifici, con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti: gli scienziati confermano che in questo gruppo, la maggior parte di coloro che riportano attrazioni per lo stesso sesso non la proverà più da adulti. I seguenti sono alcuni dei risultati chiavi presentati nel riassunto del Report

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 Parte prima: Orientamento sessuale

  • La comprensione dell’orientamento sessuale come innato o un proprietà biologicamente fissata negli esseri umani – l’idea che le persone sono nate con questo a un altro orientamento” – non è supportata da prove scientifiche.
  • Ci sono evidenze per affermare che i fattori biologici come i geni e gli ormoni sono associati con i comportamenti sessuali e l’attrazione sessuale, ma non ci sono spiegazioni biologiche causali che determino forzatamente l’orientamento sessuale umano. Anche se sono state identificate dai ricercatori alcune differenze minori nelle strutture cerebrali e l’attività cerebrale tra omosessuali e individui eterosessuali, tali risultati neurobiologici non spiegano se queste differenze sono innate o sono il risultato di fattori ambientale e psicologici.
  • Gli studi longitudinali negli adolescenti suggeriscono che l’orientamento sessuale può essere abbastanza fluido nel corso della vita, per alcune persone; uno studio stima che ben l’80% degli adolescenti maschi che riportano attrazioni per lo stesso sesso non la proverà più quando sia adulto (anche se alcuni ricercatori hanno contestato la misura in cui questa cifra riflette il cambiamento vero dell’attrazione per lo stesso sesso, o artefatti nel processo di indagine).
  • Rispetto agli eterosessuali, i non eterosessuali hanno circa due a tre volte più probabilità di avere subito un abuso sessuale nell’infanzia.

Parte seconda: la sessualità, la salute mentale e lo stress sociale

  • Rispetto alla popolazione generale, le sottopopolazioni di non-eterosessuali hanno un rischio più elevato in diversi effetti aspetti negativi di salute mentale.
  • I membri della popolazione non eterosessuali hanno circa 1,5 volte di più possibilità di subire disturbi d’ansia, se comparati con membri della popolazione eterosessuali, nonché circa il doppio di rischio di depressione; 1,5 volte di rischio di abuso di sostanza e quasi 2,5 volte il rischio di suicidio.
  • I membri della popolazione transgender hanno anche un rischio più elevato di un’ampia varietà di problemi di salute mentale rispetto ai membri della popolazione non-transgender. Soprattutto, in modo allarmante, la frequenza di tentativi di suicidio in tutte le età delle persone transessuali, che è stimato nel 41%, rispetto a meno del 5% osservato nella popolazione in generale degli Stati Uniti.
  • Ci sono prove, sebbene limitate, che i fattori di stress sociali come la discriminazione e la stigmatizzazione contribuiscono al rischio elevato di problemi di salute mentale nei non-eterosessuali e nei transgender. C’è bisogno di ulteriori studi longitudinali di alta qualità per un “modello sociale di stress” che sia uno strumento utile per capire questa preoccupazione di salute pubblica.

Parte terza: identità di genere

  • L’ipotesi che l’identità di genere sia innata, come una proprietà fissa degli esseri umani indipendente dal sesso biologico – cioè che una persona potrebbe essere “un uomo intrappolato nel corpo di una donna” o “una donna intrappolata nel corpo di un uomo” – non è supportata da prove scientifiche.
  • Secondo studi recenti, circa lo 0,6% degli statunitensi adulti s’identifica con un genere che non corrisponde al loro sesso biologico.
  • Studi di confronto tra le strutture cerebrali degli individui transgender e non-transgender hanno mostrato delle deboli correlazioni tra la struttura del cervello e l’identificazione cross-genere. Queste correlazioni non forniscono alcuna prova di una base neurobiologica per l’identificazione cross-genere.
  • Rispetto alla popolazione generale, gli adulti che hanno subito chirurgia per cambiare sesso continuano ad avere un rischio più elevato di avere problemi di salute mentale. Uno studio ha trovato che, rispetto ai controlli, gli individui con un sesso riassegnato avevano circa 5 volte più probabilità di tentare il suicidio e circa 19 volte più probabilità di morire per suicidio.
  • I bambini sono un caso speciale quando si affronta le questioni transgender. Solo una minoranza di bambini che soffrono di identificazione cross-genere continuerà a farlo nell’adolescenza o nell’età adulta.
  • C’è poca evidenza scientifica sul valore terapeutico degli interventi che ritardano la pubertà o modificano le caratteristiche sessuali secondarie, anche se alcuni bambini possono provare un miglioramento nel loro benessere psicologico se sono incoraggiati e sostenuti nella loro identificazione cross-gender. Non ci sono prove per affermare che tutti i bambini che esprimono pensieri o comportamenti atipici legati al genere devano essere incoraggiati a diventare transgender.

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